Coronavirus, se c’è il vento non basta la distanza di un metro

Modelli, simulazioni ed esperimenti sono stati messi in campo in queste settimane per capire come si trasmette il nuovo coronavirus. Oggi sappiamo che quando parliamo, starnutiamo, tossiamo o anche solo respiriamo emettiamo goccioline di diversa grandezza. Se siamo malati queste goccioline infette possono diventare la causa di contagio raggiungendo il volto di altre persone o superfici che diventerebbero così infette. Proprio per limitare il più possibile la possibilità di contagio i governi hanno imposto misure molto stringenti come il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e regole igieniche come lavarsi spesso le mani con acqua e sapone e usare gel disinfettanti con almeno il 60% di alcool. Il distanziamento sociale è stato indicato, nella maggior parte dei casi, a 2 metri, dal momento che, come è stato osservato, le goccioline di saliva cadono a terra a distanze quasi mai superiori a 1 metro. Tuttavia, uno studio pubblicato da poco sulla rivista Physics of fluid da parte di un team di Cipro (Dbouk et al, May 2020) aggiunge una considerazione che potrebbe far rivedere questa distanza considerata sicura. Cerchiamo di capire.

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